Mezzo secolo di vita celebrato con la nuova riserva “Cosmos” n. 50 doc Friuli Isonzo: un Cabernet Sauvignon 2015. “Un vino complesso, armonico e longevo che vuole essere il custode della nostra storia proiettata verso il futuro”, recita l’etichetta. Una storia nata il 29 dicembre 1968 quando, dal notaio Albano Delfabro, 43 agricoltori, riunitisi nella sala del consiglio comunale di Cormòns, costituirono la “Cantina sociale del Collio e dell’Isonzo”. A ricordare questo avvenimento a più di 200 persone, fra famiglie di soci, dipendenti e autorità, il presidente Filippo Bregant. Accanto a lui, il vice Andrea Tofful e gli altri componenti del Cda, l’assessore all’agricoltura Mauro Drius, il comandante della stazione dei Carabinieri luogotenente Paolo Capparelli, il presidente dell’Anffas Mario Brancati e l’artista gradiscano Renzo Pagotto, che ha realizzato l’etichetta del Vino della Solidarietà, e tanti altri ospiti. Fra tutti spiccava Livio Spessot, uno dei due fondatori ancora in vita! Sì, perché nel lontano 1968, fra i fautori della nascita della società cooperativa a responsabilità limitata, c’era anche un agricoltore classe 1896, uno del 1889 ed un terzo nato addirittura nel 1887. Sabato, di molti dei fondatori, c’erano i loro figli o nipoti. Un anno, il “sessantotto”, passato alla storia per le contestazioni, le barricate, lo sciopero dei braccianti siciliani, ma che nella cittadina collinare aveva visto, proprio a maggio, l’approvazione del disciplinare della Denominazione Collio, questa sì una vera “rivoluzione”! Quando anche il disciplinare della doc Isonzo sarà approvato, nel 1974, il nome della “Cantina sociale del Collio e dell’Isonzo” diverrà quello attuale – Cantina Produttori Cormòns -, nel rispetto delle norme di tutela delle denominazioni di origine. Ma la sostanza non cambierà, perché la gran parte dei soci e dei loro 400 ettari produce vini Isonzo e Collio, solo piccole produzioni sono quelle dei Colli Orientali e di Aquileia. Quest’ultima distingue un vino di nicchia: il Refosco dal peduncolo rosso di Villa Chiozza. Allietati dalla musica e nutriti dalle portate di piatti contadini, di formaggi del socio Adriano Bon e di salumi del socio Veliscek, alcuni degli ospiti sono stati premiati. A Pietro Gon, detto Pierino, il Premio Vino della Pace, ad Alex Feri l’Acino d’oro per la qualità delle sue uve, mentre al socio fondatore Spessot una riproduzione su pergamena dell’atto notarile. L’enologo Luca Belluzzo ha, infine, illustrato le caratteristiche del vino imbottigliato per questa occasione (già in vendita) che rappresenta il lavoro di 100 famiglie di soci e di 40 famiglie di dipendenti. Invitando a berlo fra 10 o 15 anni, quando esprimerà il massimo della qualità. Il taglio della grande torta ha concluso la giornata di festa, per celebrare la quale Il Cantiniere è rimasto chiuso, così anche il personale ha potuto brindare con gli spumanti premiati recentemente da guide italiane e internazionali.