Dopo l’Irlanda anche il Canada mette il vino nel mirino

Dopo l’Irlanda anche il Canada mette il vino nel mirino

VINO NEL MIRINO!

«L’Europa delle norme non può far finta di non sapere che la Dieta Mediterranea, dal 2010, è patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Uno stile di vita sano seduto su uno sgabello sostenuto da tre gambe: il grano, l’olio e il vino», dice Franco Clementin presidente di Cia Fvg – Agricoltori Italiani in riferimento all’etichettatura allarmistica sul vino adottata dall’Irlanda con la condiscendenza dell’Ue.

La Dieta Mediterranea costituisce un insieme di abilità, conoscenze, pratiche e tradizioni che spaziano dal paesaggio alla tavola, che comprendono le coltivazioni, il raccolto, la pesca, la conservazione, lavorazione, la preparazione e, in particolare, il consumo degli alimenti.

La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un modello nutrizionale che è rimasto costante nel tempo e nello spazio, che consiste principalmente di olio d’oliva, cereali, frutta e verdura fresca o secca, una quantità moderata di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusi, nel rispetto delle credenze di ogni comunità”.

Così recita l’Unesco e così la pensano gli agricoltori e i vignaioli regionali e italiani, anche se non sono medici. Ma quello che preoccupa ulteriormente è che la questione salute versus consumo di vino si sta globalizzando e, a esempio, ha portato a una nuova decisione restrittiva della Sanità canadese che, nei giorni scorsi, ha emanato nuove linee guida in merito

Il rapporto canadese suggerisce un massimo di 2 drink a settimana (praticamente una bottiglia di birra o un calice di vino) ed etichette obbligatorie di avvertimento per tutte le bevande alcoliche.

Superare tale soglia, secondo gli esperti nordamericani, potrebbero aumentare le possibilità di cancro a seno e al colon. Il mercato canadese per il vino italiano – prosegue Clementin – è il 5° per valore di export (362 milioni di euro), in crescita di oltre il 10 per cento ed equivale a oltre il 7 per cento del valore di tutto il vino italiano esportato nel mondo.

Ma il vino, per dirla con Enzo Bianchi, è “gusto della vita, rallegramento del cuore, preziosa consolazione, gioia condivisa…”.  Come la musica: a volume troppo alto può danneggiare l’udito, ma con la giusta somministrazione di decibel esalta il sapore e affina il piacere della vita e della convivialità. Perché privarsene? Perché criminalizzarne il consumo moderato e consapevole?».

Al Governo italiano, da parte di Cia, la richiesta di tornare a sollecitare l’Europa sugli impegni già presi per promuovere uno stile di vita sano e una corretta informazione.

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